Per trovare i tasselli di vigna del Bianco V bisogna salire fino alle pendici dei monti “gemelli" - il Monte Fossa delle Felci e il Monte Porri - antichi vulcani spenti alti quasi 1.000 metri ciascuno che donano l’inconfondibile silhouette all’isola per chi la guarda da lontano. La sella che si forma a ridosso è coltivata dalla notte dei tempi; fertile e rigogliosa, terre ripide e generose che di specchiano in vigneti con esposizioni a est e ovest, cadenzati da frutteti, campetti di fiori, erbe, ortaggi e cespugli di capperi.
Oltre che dall’altitudine, le temperature sono mitigate dalle continue correnti d’aria che s’incanalo dal nord e dal sud. Il vino che ne deriva è figlio di sei diverse parcelle di Malvasia, ognuna con una singolare e percepibile impronta. Intenso e caleidoscopico già al primo sguardo, con una nuance verde linfa che si ritrova al naso e poi, quando arriva, nel sorso. Un viaggio che inizia, espressione di Salina e dei volti della Malvasia.
Dopo la raccolta le uve vengono diraspate e pressate sofficemente. La fermentazione avviene in piccoli tini di acciaio a temperatura controllata per circa 12 giorni.
Segue la maturazione sulle fecce fini per 12 mesi e un ulteriore affinamento in bottiglia di circa 9 mesi.
Della vendemmia 2020 sono state prodotte 2.300 bottiglie.